
Uluru (Ayers Rock) è considerato il più grande monolito del mondo, in Australia, nel Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta ed è Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 1987.
Visibile da decine di chilometri, 348 metri di altezza e 9,4 chilometri di circonferenza di puro splendore, con una gamma di colori spettacolari nelle varie ore della giornata, un color ocra/terracotta (dovuto all’ossidazione del ferro che lo compone) che gradualmente diventa blu/viola al tramonto passando per l’oro ed il bronzo, per poi riapparire rosso fiammante al mattino, con il sole che sorge dietro il monolito.
Quello che si vede è solo una piccolissima parte della roccia, la maggior parte è nascosta sotto terra.
Uluru Ayers Rock misura 348 metri di altezza, ma 7 chilometri sono sotto la superficie terrestre.
Un gigantesco iceberg fatto di roccia arenaria anziché di ghiaccio!

E’ un luogo mistico e misterioso, che risale a 550 milioni di anni fa, considerato sacro dagli aborigeni australiani.
Un luogo profondamente spirituale, si narra che dopo una visita a Uluru, non si è più gli stessi dopo, si potrebbero percepire forti presenze,
La superficie che, da lontano, appare quasi completamente liscia, in realtà da vicino ha molte caverne, strani fenomeni erosivi e antichi dipinti.
La mitologia del dreamtime (“era del sogno” ) o tjukurpa degli aborigeni rende Uluru un luogo di misteri.
Uluru ha i segni dell’attività di numerose creature ancestrali.
La maggior parte dei miti su Uluru sono segreti e non vengono rivelate ai piranypa (i non aborigeni, quindi noi!).
Secondo il mito, Tatji, la Lucertola Rossa giunse a Uluru, lanciò il suo kali (boomerang) che si piantò nella roccia. Tatji scavò la terra alla ricerca del suo kali, lasciando numerosi buchi rotondi sulla superficie della roccia, tuttora visibili. Non essendo riuscito a trovare il suo kali, Tatji morì in una caverna; i grossi macigni che vi si trovano oggi sono i resti del suo corpo.
Il mito servirebbe a spiegare i fenomeni di corrosione sulla superficie della roccia.

Un altro mito riguarda due fratelli bellbird, un uccello australiano della famiglia dei passeri, che cacciavano un emù.
L’emù fuggì verso Uluru e due uomini lucertola dalla lingua blu, Mita e Lungkata, lo uccisero e lo macellarono.
Alcuni grossi macigni nei pressi di Uluru sarebbero pezzi della carne dell’emù.
Quando i fratelli bellbird giunsero sul posto, gli uomini lucertola diedero loro un misero pezzetto di carne, sostenendo che non c’era altro.
Per vendetta, i fratelli bellbird diedero fuoco al riparo degli uomini lucertola. Questi cercarono di fuggire scalando le pareti della roccia, ma caddero e arsero vivi.
Questo mito spiegherebbe i licheni grigi sulla superficie della roccia nella zona dove si sarebbe tenuto il pasto (che sono considerati traccia del fumo dell’incendio) e due macigni semi-sepolti (i resti dei due uomini lucertola).
Ci sono diverse zone che sono vietate ai turisti perché considerate sacre.
La scalata di Uluru è un’attrazione turistica a cui pochi riescono a resistere l’ascesa è ancora piuttosto pericolosa a causa delle superfici ripide e lisce, della fatica della scalata che dura circa un’ora e, almeno in alcune ore e stagioni, del rischio di insolazioni; l’attacco di cuore è fra le principali cause di morte.
E anche in questo caso c’è chi crede a qualche strana leggenda…