Questa lettera è stata scritta da Seneca a Lucilio nel sec I d.c. ma è quanto mai attuale…
E’ arrivata fino a noi non certo per caso (il caso? non esiste!); certo verrebbe da pensare che 2000 anni di storia non hanno insegnato all’ uomo una cosa basilare:
l’unica cosa che veramente possediamo è il tempo e lo dobbiamo fare nostro, acquisendo la consapevolezza che “moriamo ogni giorno”.

Non sono le cose materiali che contano, “nulla ci appartiene, solo il tempo è nostro” e “possedere un bene non serve a niente se non si è pronti a perderlo”.
Acquisire questa consapevolezza significa riappropriarsi del proprio tempo, della propria vita e soprattutto della propria libertà.
Belli, brutti, ricchi, poveri, ognuno di noi senza distinzione ogni giorno riceve in dono 86.400 secondi, un tesoro che può utilizzare come meglio crede.
Non perdiamo di vista le cose importanti, impegniamo bene il nostro tempo e non permettiamo che ci venga rubato, difendiamolo con tutte le nostre forze!
“Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’agire diversamente dal dovuto.

Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va.
Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire…”