
L’equilibrio tra la fiducia nella ragione e la profonda consapevolezza della propria ignoranza è uno dei doni più preziosi che Socrate ha lasciato in eredità all’umanità.
La vita, la morte, il dolore, l’amore, la giustizia, la pace, la guerra…
Sono interrogativi che da sempre vibrano nell’animo di ogni essere umano ed ai quali la scienza, seppur con i tanti progressi, non sempre fornisce delle risposte.
Da sempre l’uomo sente il bisogno ed è alla ricerca di un “senso”, gli antichi lo ponevano sotto il sigillo del Divino e da lì è derivato tutto il patrimonio dei Miti che si è conservato nel tempo, fino ad arrivare sino a noi. Greci e Romani hanno influenzato fortemente la nostra cultura ma, come dice Norberto Bobbio: “la filosofia deve porre delle domande, non lasciare l’uomo senza domande, e fare intendere che al di là delle risposte della scienza c’è sempre una domanda ulteriore”
La filosofia è quel sapere che si risolve sempre nel “sapere di non sapere”, nel fare domande senza risposte, far intendere che oltre le possibili risposte parziali scientifiche vi è sempre una domanda ulteriore, una “zona d’ombra”
Oggi guardiamo al progresso scientifico ammirati e atterriti e vi è grande richiesta di senso. Si vivono paradossi: ci fidiamo della scienza ma abbiamo perso l’illusione che essa possa risolvere tutti i problemi; diffidiamo di ciò che non è scienza ma ricerchiamo qualcosa (senso) su cui la scienza è impotente.
Come dicevamo prima, l’equilibrio tra la fiducia nella ragione e la profonda consapevolezza della propria ignoranza è uno dei doni più preziosi che Socrate ha lasciato in eredità all’umanità.
Ma questa consapevolezza, in un’era di eccesso di comunicazione incontrollata, nella quale ogni affermazione ha una presunzione di verità, va esattamente all’opposto..
“La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere; perché io so di sapere più di te, che pensi di sapere”, … saggezza e conoscenza non sono assolutamente la stessa cosa.
L’uomo veramente saggio è consapevole di non poter possedere tutto lo scibile e pertanto è pronto ad imparare continuamente e a migliorarsi con umiltà, a mettersi in discussione ogni giorno, ogni istante, ascolta ed è capace di condividere a differenza di chi al contrario, crede di sapere tutto, mentre molto spesso è solo presunzione e convinzione, che derivano da conoscenze SUPERFICIALI riguardo ad alcuni argomenti di cui parliamo, frutto del desiderio di riconoscimento e di affermazione.
In questi tempi di estrema vulnerabilità, per difenderci dall’invasione continua che riceviamo da mille canali, è bene ritrovare la giusta distanza dalla quotidianità, una neutralità che ci sostenga a ritrovare quella gentilezza e cura per noi stessi e per chi ci circonda che emerge in coloro che hanno sperimentato di sapere di non sapere e che sanno relazionarsi agli altri in maniera sobria con l’obiettivo di creare in ogni incontro una possibile crescita reciproca.
Libro consigliato:
“La filosofia ed il bisogno di senso” – Norberto Bobbio